San Miniato è un paese che vanta una lunga storia. Fondato dai Longobardi sulla cima di una collina, fu sede dell’amministrazione imperiale per l’Italia centrale tra il X e il XIII secolo.
Posto in posizione strategica, sul crocevia della via Francigena e delle strade che portano ai principali centri toscani, fu circondato da mura difensive, cui fu in seguito aggiunta la rocca. Dopo un lungo periodo di autonomia comunale, San Miniato cadde sotto il controllo di Firenze. Nei secoli successivi la città fu interessata dalla costruzione di molti palazzi gentilizi e da ulteriori trasformazioni quando divenne sede vescovile.
Il paese segue l’andamento della collina e si estende quindi longitudinalmente lungo una sola direttrice. Se si lascia l’auto nei parcheggi a ovest della città, i primi nuclei che si incontrano sono i conventi di Santa Chiara e della Santissima Annunziata. Può essere divertende osservare una vecchia lapide inserita nella facciata di una casa nelle vicinanze, che ricorda il divieto del gioco della ruzzola: un gioco popolare che consisteva nel lancio di forme di formaggio o attrezzi cilindrici in legno per le vie cittadine.
Più avanti si apre la piazza Grifoni, su cui si affaccia l’omonimo palazzo, edificato intorno alla metà del Cinquecento su progetto dell’architetto Giuliano di Baccio d’Agnolo.
Proseguendo, sulla sinistra, si erge il complesso di San Domenico. Sono ben visibili le serie di arcate che circondano il chiostro e gli ambienti dove un tempo si trovavano gli alloggi dei monaci e il refettorio.
L’adiacente chiesa, intitolata ai Santi Jacopo e Lucia, risale all’XI secolo, ma è stata rimaneggiata nei secoli successivi, con l’aggiunta di cappelle gentilizie. Da far notare ai vostri bambini il grande affresco della controfacciata, dove una barca fluttua in un mare affollato da strani pesci e figure mostruose!
Proseguendo la passeggiata, la strada sale in direzione del fulcro della città. Il primo che si incontra è il palazzo Roffia, sede dell’Arciconfraternita della Misericordia, in cui è conservata una collezione di dipinti, sculture e anche oggetti legati alla storia della confraternita. Sull’altro lato è invece l’antico palazzo dei Vicari, ora albergo Miravalle. Subito dopo si apre una piazza che si allunga adattandosi all’andamento curvilineo delle antiche mura.
Qui si affaccia il seminario vescovile, un lungo edificio, che presenta sulla facciata interessanti decorazioni settecentesche. Sull’altro lato della piazza si trova il palazzo vescovile, il cui ingresso è però raggiungibile seguendo una stradina in salita. La mole dell’edifico ingloba in realtà strutture più antiche, rimaneggiate e collegate tra loro.
Accanto al palazzo vescovile si staglia il duomo cittadino, di aspetto piuttosto spoglio.
Da qui consiglio di salire fino alla rocca di federico II. Il sentiero sale tra i giardini, fino alla cima della collina.
Ai bambini forse piacerà l’idea di salire le scale interne che portano alla sommità, per osservare con i binocoli i dintorni. In effetti da qui la vista sulla campagna circostante è notevole.
Ritornati sui propri passi, si può proseguire il cammino. Incontrerete altri edifici interessanti (ad esempio l’oratorio del Loretino, annesso al palazzo comunale, alcuni palazzi storici, o il convento di San Francesco) e sarà piacevole camminare in un paese che ha mantenuto quasi inalterato il suo aspetto antico.
Per ritornare al punto di partenza consiglio infine di raggiungere l’esterno delle mura e di percorrere il vicolo carbonaio. si tratta di ciò che un tempo faceva parte del sistema difensivo della città. Oltre alle mura, erano presenti infatti ripe molto ripide e fossi contenenti carboni accesi, che impedivano agli assedianti di appoggiare scale o altro alle mura. Oggi si può percorrere questo antico tracciato, che si sviluppa tra la vegetazione a ridosso delle case e che offre scorci molto suggestivi.