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Massa Marittima (GR), un gioiello medievale

Nel cuore delle Colline Metallifere, nella parte più a nord della provincia di Grosseto, sorge Massa Marittima, una delle gemme medievali della Toscana.

Sede episcopale agli inizi del XII secolo e poi libero Comune, visse un periodo di splendore grazie allo sfruttamento dei minerali estratti nel territorio circostante. Proprio a quest’epoca risalgono i principali monumenti, come la cattedrale, i palazzi Pretorio e Comunale e le Fonti dell’Abbondanza, mentre alla successiva fase della dominazione senese risalgono le fortificazioni nella parte alta del paese.

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Dopo la peste, alla metà del Trecento, iniziò per Massa Marittima una lenta decadenza, fino all’annessione al Granducato di Toscana alla metà del XVI secolo. Con l’avvento dei Lorena e con le bonifiche effettuate nella zona, l’attività estrattiva ebbe nuovo impulso e Massa Marittima conobbe un nuovo periodo di prosperità.
La visita inizia generalmente dalla piazza principale, piazza Garibaldi, su cui si affacciano i più importanti edifici storici della città.

La cattedrale di San Cerbone, il più importante edificio religioso di tutta la Maremma, fu edificata a partire dal XII secolo, in stile romanico pisano, ma alcune aggiunte e modifiche intervennero successivamente, fino a conferire all’edificio l’aspetto attuale. La facciata, che si staglia alla sommità di una ripida scalinata, è ingentilita da una doppia serie di arcate e arcatelle cieche e da una loggetta sormontata dal timpano nella parte superiore. Il portale è incorniciato da rilievi con scene della vita di san Cerbone, mentre figure a tutto tondo di animali si trovano sopra i capitelli.
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L’interno della chiesa è a tre navate; percorretelo con calma, perchè la cattedrale conserva dei capolavori assoluti.
All’inizio della navata destra, soffermatevi sul fonte battesimale. Scolpito dal maestro lombardo Giroldo da Como, presenta scene bibliche e e storie riferite alle vite di san Giovanni, san Cerbone e san Regolo. L’aspetto monumentale dell’opera è dovuto all’aggiunta del tabernacolo marmoreo, di epoca rinascimentale, anch’esso decorato a rilievo.

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Dietro l’altare maggiore è collocato un altro capolavoro: l’arca di san Cerbone. Scolpita nella prima metà del Trecento dallo scultore senese Goro di Gregorio, reca scolpite scene della vita del santo e altre figure sacre.

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A pochi metri di distanza, nella cappella sulla sinistra dell’altare, è conservata la Madonna col Bambino, di Duccio di Boninsegna, replica su tavola dell’omonimo soggetto presente nel duomo di Siena. Osservate anche il retro della tavola, dpinto con una Crocifissione forse opera del giovane Simone Martini.
Date uno sguardo anche ai frammenti di rilievo e agli affreschi ancora ben visibili sulle pareti, e ricordatevi che qui si trovava un altro capolavoro, il crocifisso ligneo di Giovanni Pisano, ora conservato nel Museo di Arte Sacra.

Di fronte alla cattedrale si staglia una serie di edifici che occupa tutto un lato della piazza. Il primo sulla sinistra è il palazzo pretorio. Costruito come sede del podestà, presenta, murati nella facciata, gli stemmi delle casate succedutesi al governo della città. All’interno si può visitare il Museo Archeologico, che documenta il passato del territorio circostante.

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Grande risalto è dato ai reperti provenienti dagli scavi presso il Lago dell’Accesa, mentre l’opera simbolo del museo è la stele di Vado all’Arancio, che raffigura schematicamente una figura umana.

A fianco si trova la palazzina dei conti di Biserno, edificata a metà del Duecento e poi divenuta sede vescovile. In origine apparteneva al palazzo anche l’adiacente torre merlata, che adesso fa parte invece del palazzo comunale. Ques’ultimo si compone infatti di tre nuclei: la torre del Bargello, un corpo centrale in stile gotico senese e un terzo edificio circa coevo.

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Di fronte, a completare la scenografia della piazza, si trova invece palazzo Malfatti (un tempo chiamato Pannocchieschi), con il suo elegante loggiato che in antico ospitava adunanze e mercato.

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Dalla piazza si può passare all’adiacente slargo su cui si affacciano le Fonti dell’abbondanza. Si tratta di una singolare struttura realizzata nel XIII secolo per l’approvvigionamento idrico. Gli ambienti ospitano infatti grandi vasche, mentre il piano superiore era adibito a granaio. La cosa che colpisce di più di questo edificio è la decorazione pittorica alle pareti, che non potrà non stupire i vostri ragazzi e che rappresenta davvero un unicum. Si tratta infatti di un affresco incredibile per l’epoca medievale: un albero frondoso, intorno al quale diverse figure femminili sono intente a cogliere i frutti. Ma osservate bene di quali frutti si tratta!

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Il valore è chiaramente simbolico e allude alla fertilità e all’abbondanza che ci si augura per il raccolto, ma sono sicura che divertirà i vostri figli.

Sempre dalla piazza principale ci si può addentrare nelle stradine del borgo, per le quali è piacevole passeggiare. Segnalo anche vicolo Porte, un angolo suggestivo in cui si trova, riparato dietro una grata, un pozzo.

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Qui nell’anno 1300 sarebbe stato affogato (pare da avversari del padre) un bambino di dieci anni, Bindoccio, figlio di Nello Pannocchieschi (il marito della dantesca Pia de’ Tolomei) e di Margherita Aldobrandeschi.

Quindi si può raggiungere la parte alta del paese, cui si accede attraverso la porta alle Silici.

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Varcata la porta rimarrete subito colpiti dalla mole della torre del Candeliere. Vi consiglio la visita, perchè può piacere ai bambini (anzi, nel nostro caso è stato proprio il piccolo di casa a volerci assolutamente entrare…). La torre in origine era più alta, ma fu in parte demolita dai senesi e ricostruita successivamente a un’altezza minore, e collegata alle mura per mezzo di uno spettacolare arco.

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All’interno si sale attraverso diverse rampe di scale; fate attenzione perchè alcune sono molto ripide: è consigliabile, con i bambini, salire e scendere facendo in modo di essere subito sotto di loro, in modo che non si spaventino per il senso di vuoto e non rischino di cadere.

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Dalla torre si può accedere, come già detto, a un piccolo tratto di mura; inoltre si può salire fino alla sommità, dove si trova l’orologio e dove si gode di una vista a 360 gradi sulla città e sul territorio circostante.

Infine vale la pena spingersi fino al complesso di Sant’Agostino. La chiesa, con interno a navata unica, ha un aspetto piuttosto austero, ma vi consiglio soprattutto l’adiacente chiostro, che fa parte del complesso conventuale di San Pietro all’Orto (sede del Museo di arte sacra).

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Se avete altro tempo a disposizione potete raggiungere anche la chiesa di San Francesco, poco fuori le mura della città alta, oppure visitare il Museo della miniera. Quanto ai dintorni, non c’è davvero che l’imbarazzo della scelta!

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