Meno nota come meta turistica rispetto ad altri capoluoghi di provincia della Toscana, Livorno rimane una città interessante, che merita senz’altro una visita. Come tutte le città portuali del Mediterraneo, anche Livorno ha infatti una storia fatta di apporti di genti e culture diverse e questo non può che contribuire al suo fascino.
I siti da visitare sono abbastanza raccolti tra centro storico e lungomare, dunque si può farsi un’idea della città anche in giornata.
Una via d’accesso può essere quella dallo stradone che parte dalla stazione ferroviaria e che conduce al Cisternone, costruzione neoclassica edificata nella prima metà dell’Ottocento. Si tratta di una cisterna monumentale, ancora in funzione.
Proseguendo, si arriva all’ampia piazza della Repubblica, che costituisce una sorta di enorme ponte sul canale. Da qui consiglio di raggiungere il mercato centrale, detto anche mercato delle vettovaglie. Costruito a fine Ottocento, richiama edifici coevi per gli ampi spazi luminosi, le grandi finestre in ferro e vetro e le decorazioni di derivazione neoclassica delle pareti.
Una breve deviazione, attraversando il canale, permette di raggiungere la chiesa della Congregazione olandese-alemanna (affacciata sugli Scali degli Olandesi). Si tratta di un bell’esempio di stile neogotico e testimonia la presenza di una comunità di fiamminghi e tedeschi di religione protestante all’interno della città. Da tempo purtroppo l’edificio è inagibile, anche se sembrano essere stati avviati dei lavori di recupero.
Non molto lontano, si può trovare un’altra testimonianza del passato cosmopolita della città. Si tratta dell’antico cimitero degli Inglesi, che sorge accanto alla chiesa di San Giorgio, un tempo anglicana, e al tempio valdese. Il cimitero è il più antico sepolcreto protestante in Italia ed è un luogo di grande fascino, anche se purtroppo è di difficile accesso (occorre contattare la locale Arciconfraternita della Misericordia, cui è affidata la manutenzione).
Quella dei cimiteri monumentali sarebbe una grande risorsa storica della città, ma si tratta di una risorsa spesso dimenticata, e di difficile accesso. Mi ripropongo di riuscire a visitare in un prossimo futuro i due cimiteri – quello greco-ortodosso e quello olandese-alemanno – di via Mastacchi, il nuovo cimitero degli inglesi di via Pera, il cimitero ebraico di via Nievo e il grande cimitero comunale dei Lupi.
Proseguendo il nostro itinerario, torniamo verso via Cairoli, fino all’abside del duomo. Francamente preferisco dimenticare piazza Grande, dove gli edifici storici, rasi al suolo dai bombardamenti durante la guerra, sono stati sostituiti da discutibili edifici nel dopoguerra, e consiglio invece di passare da via della Madonna, dove ancora una volta si trova testimonianza della storia cosmopolita della città. In una stessa via troviamo infatti la chiesa armena, quella dei Greci Uniti e la chiesa della Madonna, dove sono presenti diversi altari collegati alle varie comunità straniere presenti a Livorno.
Questa presenza di luoghi di culto diversi (a poca distanza sorge anche il tempio israelitico) e cimiteri relativi a diverse componenti della cittadinanza, mi fa ogni volta venire alla mente Trieste, anch’essa città di mare, crocevia di tante nazionalità e culture diverse.
A questo punto si può raggiungere la Fortezza Nuova, che sorge in una sorta di isoletta in mezzo al canale. Venne costruita alla fine del Cinquecento su impulso dei Medici e su progetto del Buontalenti.
La poderosa struttura, sopravvissuta ai secoli e ai bombardamenti dell’ultima guerra, che hanno distrutto molti degli edifici interni, è accessibile al pubblico e ha all’interno un piccolo parco, ideale per una sosta durante la visita della città.
Consiglio quindi di addentrasi tra le vie del quartiere Venezia, dove ponti e canali creano scorci davvero suggestivi. Questo è il vero cuore della città e in certi tratti risulta evidente il richiamo del nome alla città lagunare.
Si segnalano molti palazzi storici, i magazzini detti “bottini dell’olio” e ciò che resta del teatro San Marco, in cui si svolse nel 1921 il congresso da cui ebbe origine il partito comunista italiano.
Dal quartiere Venezia si può sbucare sul mare, dove sorge la Fortezza Vecchia, da sempre posta a difesa del porto e della città.
Poco distante sorge un altro dei simboli della città, ovvero il monumento “dei quattro mori”. La statua alla sommità fu realizzata alla fine del Cinquecento e raffigura Ferdinando I dei Medici, mentre i quattro mori, realizzati negli anni Venti del Seicento, alludono ai pirati sconfitti.
Una visita a Livorno non può poi concludersi senza una passeggiata sul lungomare di viale Italia e una foto ricordo sulla terrazza Mascagni; anche senza aver assaggiato il 5 e 5, panino con torta di ceci che accontenta tutti (vegani compresi!).
Se poi vi avanza del tempo, potete sempre visitare il museo Fattori, oppure (soprattutto per i vostri bambini) il museo di storia naturale del Mediterraneo.