Ci sono luoghi dimenticati in ogni città, che meriterebbero invece di essere preservati e resi fruibili per tutti. Di recente mi è capitato di visitare, nell’unico giorno di apertura nell’anno, il cimitero della Misericordia in via degli Artisti a Firenze.
Le origini di questo cimitero risalgono alla metà del Settecento, quando fu concesso all’ospedale di Santa Maria Nuova, da parte della reggenza lorenese, un appezzamento di terra che allora si trovava in campagna, fuori dalle mura cittadine.
Il cimitero fu dunque in un primo momento destinato ad accogliere coloro che morivano nell’ospedale e il cui corpo non veniva richiesto dai parenti.
Nel 1824 il granduca Leopoldo II concesse il terreno adiacente all’arciconfraternita della Misericordia e qualche tempo dopo quest’ultima potè inglobare anche lo spazio precedentemente utilizzato dall’ospedale, costituendo coì un unico cimitero, che veniva chiamato anche cimitero dei Pinti, in quanto si trovava fuori dalle mura, in asse con borgo Pinti e l’omonima porta.
Tra il 1837 e il 1839 l’area fu interessata dai lavori dell’ingegnere Paolo Veraci: furono costruiti i loggiati, raccordati dalla cappella dell’Immacolata Concezione.
Alcuni decenni più tardi l’architetto Michelangelo Maiorfi riprese e ampliò il progetto precedente, conferendogli l’aspetto visibile attualmente. Al suo intervento si deve anche la facciata classicheggiante.
Nel periodo di massimo splendore del cimitero qui furono sepolte diverse personalità illustri, ma già nel 1898 l’area venne abbandonata in favore del nuovo cimitero della Misericordia ubicato a Soffiano.
Oggi questo luogo della memoria cittadina è purtroppo chiuso al pubblico. Per visitarlo occorre fare richiesta alla Misericordia di Firenze, oppure approfittare dell’unico giorno di apertura in occasione del 2 novembre.
A causa del degrado di alcune parti, la visita è possibile solo stando all’interno di una passerella di sicurezza, dalla quale comunque è possibile farsi un’idea di questo cimitero dimenticato.
Si tratta di un’area di grande fascino, una sorta di isola che ora si trova all’interno del tessuto urbano.
Molti elementi rendono di grandissimo interesse questo luogo: qui si trovano sepolte alcune persone illustri dell’Ottocento fiorentino; qui sono conservate alcune vetture d’epoca, che permettono di farsi un’idea di quale fosse l’apparato dei funerali dell’epoca; inoltre si tratta di un cimitero che ha la particolarità di accogliere solo defunti di sesso maschile.
Non possiamo che ricordare l’esistenza di questo luogo dimenticato nella nostra città, sperando che la voglia di riappropriarsi di questo pezzo di storia, da parte dei cittadini, spinga al recupero dell’area.