Una meta che suggeriamo a chi visita Firenze, e ovviamente non vuole perdere la sosta panoramica al piazzale Michelangelo e alla splendida basilica di San Miniato, è il cimitero monumentale delle Porte Sante.
La fondazione del cimitero viene stabilita nel 1837, per volere dell’Opera Pia San Miniato, ma la prima sistemazione dell’area viene condotta alcuni anni più tardi, ad opera dell’architetto Niccolò Matas (cui si deve tra l’altro la facciata della basilica di Santa Croce).
Nel 1865 Mariano Falcini ingrandisce il perimetro del cimitero, includendovi tutta l’area fortificata che circonda la chiesa. La struttura delle Porte Sante entra così in comunicazione con il complesso del piazzale Michelangelo e del viale dei Colli, che Giuseppe Poggi sta progettando negli stessi anni.
Il cimitero raccoglie molte personalità illustri della storia cittadina. Nella terrazza di fronte alla basilica si trovano alcune delle tombe dei personaggi più noti (da Giovanni Spadolini, a Mario Cecchi Gori, a Pietro Annigoni),
ma percorrendo i vari settori del cimitero, potrete incontrare molti nomi che hanno lasciato una traccia nel passato di Firenze, in vari campi: Pellegrino Artusi, Giovanni Meyer (fondatore dell’omonimo ospedale pediatrico), Carlo Collodi, Luigi Bertelli detto Vamba, Vasco Pratolini, Ottone Rosai, Gaetano Salvemini, Odoardo Spadaro… per citarne solo alcuni.
Ma è bello anche scoprire personaggi meno noti e storie più intime; uomini che hanno vissuto gli ideali risorgimentali, coniugi sepolti uno accanto all’altro, artisti che hanno avuto più o meno seguito nella loro epoca, ragazzi rapiti nel pieno della gioventù da guerre e malattie.
Il cimitero delle Porte Sante è anche un museo all’aria aperta che raccoglie molte opere d’arte. Notevoli le architetture delle tombe di famiglia che richiamano, in dimensioni minori, cattedrali gotiche o mausolei e templi antichi.
E affascinanti sono le sculture: molti sono i ritratti a mezzobusto, così simili a certe foto d’epoca; ma si trovano anche incredibili figure intere, ed elaborati gruppi scultorei, così come rilievi, colonne, mosaici.
Vi consiglio di perdervi in questo luogo affascinante, facendovi sedurre dalle immagini: quelle tenere, dei bambini; e quelle più austere, di qualche personalità illustre. E poi lasciatevi prendere anche dalle storie, che potrete intuire grazie alle lapidi.
Farete un viaggio nella memoria; ricordate che è anche in luoghi come questi, e non solo negli edifici più noti, che si conserva il passato della città.
(Leggi anche Il cimitero della Misericordia in via degli Artisti)